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Tra Lewis e Max ormai è rissa: ma fino a dove li lasceranno arrivare?

Speriamo di sbagliarci, ma Max e Lewis sembrano aver ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
Tra Lewis e Max ormai è rissa: ma fino a dove li lasceranno arrivare?
L'incidente tra Hamilton e Verstappen (Ansa)

A Monza ha vinto Ricciardo e ha trionfato la McLaren, ma forse ci vorrà un po’ di tempo per capire bene chi ha perso. A dar solo un’occhiata alla classifica, Max Verstappen ora ha due punti in più e una gara in meno sulla strada che porta verso il titolo mondiale, ereditati da quella corsa un po’ senza senso che è lo sprint della vigilia. Ma su quelle misere cinque lunghezze che separano i due rivali, da oggi in poi peseranno più di quel che si possa immaginare le immagini di quel brutto incidente alla variante, con la Red Bull che rimbalza pericolosamente sopra la Mercedes e il pilota olandese che esce dall’abitacolo e se ne va senza degnare di uno sguardo Lewis Hamilton, che si è salvato quasi per miracolo, solo grazie all’Halo, una barra curva posta a protezione della testa del pilota, introdotta appena 4 anni fa, che ha impedito alle ruote della RB16B di schiacciarlo contro il sedile. I due piloti sono usciti illesi ed è andata tutto bene. Questa volta, però, poteva davvero finire male e non si può sempre lasciar correre. Speriamo di sbagliarci, ma Max e Lewis sembrano aver ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi. E fino a quando la Formula 1 può continuare a permettere questo scontro frontale?

Anche perché, a prescindere da quello che hanno deciso i commissari (tre posti di penalità in griglia per Verstappen nel prossimo Gp), le responsabilità di questo incidente sono da ascrivere a tutt’e due i piloti in forma uguale. Non ci sono innocenti, ma solo colpevoli. Siamo al ventiseiesimo giro di un Gran Premio che sta riservando molte più sorprese di quel che si credeva, e Max Verstappen ha perso 11 secondi al pit stop per problemi all’anteriore destro. Hamilton ha superato Norris ed è passato in testa, ma decide di fermarsi ai box per approfittare subito di questo imprevisto che ha rallentato la Red Bull. Pasticciano anche alla Mercedes, ci mettono quasi 5 secondi e quando rientra è davanti di un soffio al rivale che arriva lanciatissimo. I due sono appaiati alla prima curva. Hamilton difende l’interno, Max lo affianca all’esterno. I due non mollano e Verstappen con pochissimo spazio tra cordolo e Mercedes rimbalza sui dissuasori e poi a contatto con la monoposto del rivale, ruota a ruota, nella ghiaia, si solleva sopra la Freccia Nera. Hamilton è furioso: «Sapeva che ci saremmo scontrati. Io gli avevo lasciato spazio, e lui mi è volato addosso. E’ stato opportunista, perché non ha tirato indietro il piede, cercando il contatto fra noi due. E ora ho mal di testa e un forte dolore al collo». Verstappen invece dice che ha fatto tutto rispettando le regole e che purtroppo sono cose che succedono. Al di là delle loro dichiarazioni, la colpa sembra stare a metà, perché all’uscita dai box, dopo i pit stop, Hamilton non ha dato spazio all’olandese che arrivava lanciato, spostandosi sulla sinistra e impedendo di fatto il sorpasso, e Max, dopo, pur vedendo che lo spazio non c’era, ha spinto lo stesso sull’acceleratore, così che a questo punto lo scontro fra i due è diventato pressoché inevitabile.

E’ fuor di dubbio che ci ha rimesso di più la Mercedes. Tutto da vedere se vinceva lo stesso la gara contro le indiavolate McLaren, che hanno potuto contare guarda caso sullo stesso motore. Ma è molto probabile che Lewis sarebbe riuscito comunque a sopravanzare su questa pista il suo grande rivale alla corsa al titolo. D’altro canto Max non ha mai fatto mistero di dover correre in difesa questo Gran Premio. E’ stato Hamilton, con un suo errore, a regalargli i due punti in più della gara sprint, con l’omaggio della pole position lasciata da Bottas, relegato dai commissari in fondo alla griglia. Solo che pronti e via e Ricciardo gli ha soffiato subito la prima posizione. Col passare dei giri si comincia a capire che per Max sarà dura riuscire a superarlo, e anzi è proprio l’olandese ad avvertire per primo l’usura delle gomme. Dopo il balletto dei pit stop, l’incidente e la Safety Car. Si ricomincia con Ricciardo davanti a Leclerc, ma è solo una pia illusione quella di Charles: lo passano in carrozza Norris, Perez (saltando una esse però e verrà penalizzato) e Bottas. Il fatto è che la Ferrari paga un handicap abbastanza notevole per la velocità di punta sul diritto rispetto a Mercedes, Red Bull e McLaren e su questo circuito non c’è proprio storia. Così alla fine accontentiamoci di quel che passa il convento. Trionfano le McLaren, primo Ricciardo secondo Norris, terzo Bottas e quarto Leclerc davanti a Perez, che è stato retrocesso. Sesto Sainz.

Se vogliamo parlare della Ferrari, guardiamo al futuro che è meglio e abbandoniamoci ai sogni. Mattia Binotto si lancia in annunci pieni di entusiasmo: «Avremo un motore completamente diverso e nuovo e per noi rappresenta il miglior prodotto che eravamo in grado di sviluppare». Visti i precedenti di questi ultimi ingloriosi tempi, non è purtroppo detto che il meglio della Ferrari sia il meglio in assoluto. Ma dobbiamo essere positivi e credere persino che Charles Leclerc sia disposto a prolungare il suo contratto fino al 2026. Con una postilla però, che non c’è fretta, facciamo le cose con calma. Prima vediamo come va la prossima Ferrari, quella che «per noi rappresenta il miglior prodotto» eccetera, e poi ci sediamo al tavolo. Non è per pensar male, ma il catorcio dell’anno scorso l’hanno fatto a Maranello, mica in Cina. Sono diventati tutti dei geni un anno dopo?

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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