Nel giorno del Re Hamilton, la Ferrari rialza la testa. Ma è davvero la svolta?
Il podio è quello di sempre: davanti a tutti Lewis Hamilton, che ci ha messo appena quindici giorni a superare il record di Schumacher

Nel primo week end che regala un piccolo sospiro alla Ferrari, giusto la rinfrancante sensazione di non doversi vergognare una volta tanto, il podio è quello di sempre, che si potrebbe scriverlo prima ancora di partire: davanti a tutti Lewis Hamilton, che ci ha messo appena quindici giorni a superare il record di Schumacher che aveva appena eguagliato, secondo Bottas e terzo Verstappen. Ma in Portogallo Charles Leclerc è dietro di loro, quarta piazza, a un minuto intero dietro al vincitore, è vero, e 18 secondi di buono per evitare il doppiaggio, però senza aiuti esterni, nessuna safety car a tagliare i distacchi, nessuna spinta occasionale, nessun improvviso ritiro dei più forti, neanche una goccia di pioggia a rivoluzionare le forze in campo. Tutta farina del proprio sacco, solo merito e strategia. Vettel chiude al decimo posto, piazzando anche la sua rossa in zona punti, ben lontano dal suo compagno di squadra. D’altro canto, alla vigilia della gara, lui stesso aveva riconosciuto senza tanti giri di parole la superiorità del collega di scuderia: «Non solo mi batte, ma gioca proprio in un’altra categoria. Non c’è molto che possa fare. Anche quando mi sembra di aver fatto un buon giro e di essere andato al meglio, guardo i tempi e vedo che io sono più lento, che lui è andato molto più veloce. E più di così io non riesco. Lui è regolare e riesce ad estrarre il massimo del potenziale da questa macchina».
Siccome vale sempre il detto Nemo propheta in Patria, non esiste miglior consacrazione del compagno di squadra, che appena qualche mese prima faceva a sportellate e insulti sputati a mezza bocca, soprattutto quando è sincera. Charles Leclerc non è più un eroe per caso, nemmeno per Vettel. Lo dimostra nel giorno in cui però Lewis Hamilton ha superato se stesso, 92 vittorie, record mondiale, in un circuito molto bello che ha messo a dura prova i piloti, usando la testa all’inizio, senza correre rischi quando sembrava dovesse venir giù il mondo, e poi rimontando tutti fino a prendersi il primo posto da Bottas e demolendolo da lì in avanti, accumulando un giro veloce dietro l’altro. Una dimostrazione di prepotenza e di dominio, annullando rivali e distanze.
Da oggi Schumacher non è più il primo. Un giorno forse toccherà a Leclerc. Bisogna solo vedere quanto tempo perderà con questa Ferrari. In Portogallo ha fatto una gara bellissima, perfetto dal primo all’ultimo giro, e più di così non poteva proprio fare. Alla fine della corsa ha sottolineato che per lui questa è stata «la miglior Ferrari della stagione e spero che le risposte di oggi siano confermate. E’ molto incoraggiante, vuol dire che stiamo lavorando nella maniera giusta. La macchina resta non facile da guidare, ma sono cresciute le prestazioni, e questo è positivo. Però quello che chiedono i tifosi non avverrà, loro vorrebbero che sostituissimo questa vettura con una completamente nuova, ma noi abbiamo scelto un’altra soluzione, andiamo avanti step by step». E Mattia Binotto, finalmente rilassato, ha confermato tutto: «Siamo contenti perché la macchina s’è comportata bene, e sono fiducioso, guardando le prossime gare, di confermare a Imola le prestazioni di oggi. Era importante, perché abbiamo fatto alcune modifiche e ci aspettavamo delle risposte. Adesso sappiamo che direzione prendere, e che la strada è quella giusta».
Tutto vero? Guardiamo i fatti. I nuovi upgrade annunciati a Sochi non erano andati troppo bene: effetti pochi o niente. Poi c’era stato qualche miglioramento a Nurbugring, ma solo in qualifica. Sulla distanza ancora zero. Adesso in Portogallo sembra aver funzionato anche sul passo. E se guardiamo il gap per chilometro con la Mercedes, all’inizio della stagione era di due decimi e mezzo (solo una volta sotto i due decimi a Silverstone), mentre dalla Russia in poi è andato meglio. In Portogallo è stato sotto il decimo, nelle qualifiche. Allora, sono tutte rose e fiori? Andiamoci cauti. La verità è che come ha annunciato pubblicamente Toto Wolff la Mercedes ha interrotto lo sviluppo W11 per concentrarsi a tempo pieno sui progetti del 2021 e 2022. Tutte le scuderie nel corso della stagione apportano sempre aggiornamenti importanti alle loro vetture. La Mercedes ha smesso. Cioé, mentre la Ferrari lavora per oggi, la Mercedes per domani. E quando lo chiedono a Vettel se secondo lui le ultime gare confermano i progressi della SF1000 anche in ottica futura, lui non sembra troppo d’accordo: «Gli aggiornamenti che abbiamo portato sono piccole cose, non vedo grandi miglioramenti. Secondo me questa pista in Portogallo era particolarmente favorevole per la nostra macchina. Per questo Leclerc è andato meglio. Ma la situazione resta complicata, e io non vedo per il momento possibile una svolta nelle prestazioni».
A chi dobbiamo credere?