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Parte l'anno nuovo della F1. Le speranze della Ferrari e il rumore dei nemici

A Maranello hanno puntato tutto su questo riscatto. Nella scorsa stagione, come aveva ammesso il team principal Mattia Binotto, il Cavallino aveva persino deciso di sacrificare quello che allora era il presente per il futuro. E il futuro è qui

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
La nuova Ferrari al debutto (Foto Ansa)
La nuova Ferrari al debutto (Foto Ansa)

Adesso si comincia, l’anno della verità è arrivato. Dopo le frustrazioni e le amare delusioni di questi due anni, si riparte dal Bahrain, dove la Ferrari, in tempi più fortunati, anche se non i suoi migliori, riusciva a strappare comunque qualche vittoria. La speranza c’è. Ma la speranza è una cosa, la realtà molte volte un’altra. A Maranello hanno puntato tutto su questo riscatto. Nella scorsa stagione, come aveva ammesso il team principal Mattia Binotto, il Cavallino aveva persino deciso di sacrificare quello che allora era il presente per il futuro. E il futuro è qui. Non si può più scappare. Lo stesso Binotto ha deciso di non nascondersi: «A Bahrain non firmerei per un secondo posto». Precisando subito dopo però che per capire il reale valore delle macchine in corsa bisognerà aspettare quattro o cinque gare, il tempo necessario per correggere gli errori e migliorare quelli che per forza di cose sono progetti iniziali. Il nuovo regolamento tecnico ha imposto monoposto completamente rinnovate.

La F1-75, l’auto a cui è stato dato il nome che celebra il settantacinquesimo anniversario della casa, è nata sotto il segno della speranza. Da vedere è bellissima, ma essere belli non vuol dire sempre aver già vinto. Colpisce molto per l’aggressività delle forme, con l’anteriore appuntito, che sembra un coltello da pirata, come ha annotato Leo Turrini. Ad ascoltare i piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz, sotto il profilo aerodinamico le soluzioni scelte hanno generato una macchina «facile da guidare». E questa, almeno, è già una grande novità positiva rispetto agli anni scorsi. Gli ulteriori lavori ai lati del fondo hanno poi contribuito a ridurre il problema dei saltellamenti nei rettilinei e con i bloccaggi di frenata ad alta velocità, uno degli handicap più comuni nelle nuove monoposto a effetto suolo. Così come dovrebbe migliorare la gestione delle gomme, grande cruccio della Ferrari in questi anni passati: «Ci abbiamo lavorato per capirlo e risolverlo», ha assicurato Enrico Cardile, uno dei papà di questa F1-75. «I riscontri della pista sono stati positivi».  

Al Cavallino regna l'ottimismo

Ma a Maranello hanno puntato soprattutto sulla nuova power unit, che verrà congelata dal Gran Premio del Bahrain e non potrà essere cambiata fino a tutto il 2025. E nelle segrete stanze del Cavallino sono convinti di essersi avvicinati tantissimo ai leader della F1, Mercedes e Red Bull. Anzi, persino qualcosa in più, a sentire Binotto: «L’anno scorso pagavamo 20-25 cavalli, mentre ora siamo sicuramente a livello degli altri». E’ una percezione, per quanto attendibile, non una certezza. Nelle due sessioni di test a Barcellona e Sakhir, i team hanno nascosto le loro potenzialità o con mappature molto tranquille o con carichi di benzina che hanno rallentato le prestazioni.

In queste condizioni è possibile azzeccare delle previsioni? I favoriti restano loro, ha detto Binotto, noi potremmo diventare la sorpresa della stagione: «Siamo consapevoli di quanto abbiamo fatto noi e del valore degli avversari. Erano molto più avanti e crediamo di esserci avvicinati. Direi che alla resa dei conti vedremo team molto vicini e non ci saranno grosse diversità di tempi come nel passato, però quei due, tre decimi faranno la differenza. Noi siamo gli outsider». La verità è che nessuno sa a che punto siano veramente i rivali. Lewis Hamilton e Max Verstappen fanno i furbi e puntano il dito sulla Ferrari. Ma la Mercedes ripete tutti gli anni questa solfa e poi parte subito a razzo. Questa volta le Frecce Nere hanno stravolto la macchina dal punto di vista aerodinamico, ma appena risolto il problema del bilanciamento della vettura hanno tutte le carte in regola per tornare a essere dominanti. Può darsi che all’inizio paghino dazio e partano indietro, anche se non ne siamo troppo convinti. Chi partirà di sicuro davanti è Verstappen. La Red Bull è la macchina che fino adesso ha dato le sensazioni migliori, oltre che i tempi più veloci a Sakhir. Per di più la scuderia austriaca può contare sul genio indiscusso di Adrian Newey, il progettista più vincente della F1, grazie a dieci titoli mondiali pilota e 142 gran premi davanti a tutti.

Lo stesso Binotto concede qualche favore del pronostico in più alla Red Bull, almeno per le prime gare: «Vanno molto forte, magari ci troveremo Verstappen davanti nel Bahrain. Però non mi aspetto differenze incolmabili. La nostra F1-75 sta andando molto bene nelle curve lente, proprio dove le vetture di nuova generazione faticano di più. Anche la Red Bull se la cava altrettanto bene e sono convinto che la Mercedes ci sorprenderà». Nel complesso, ha continuato a ripetere in questi giorni, lui pensa positivo. Proviamo a farlo anche noi, tenendo i piedi a terra ben saldi a terra, dopo gli anni disastrosi da cui arriviamo. Questo circuito, dove parte il mondiale 2022, ha sorriso più di tutti a Mercedes e Ferrari, con sei vittorie a testa. Per la Rossa hanno trionfato Schumacher, Alonso e Felipe Massa e Vettel due volte a testa. Con i tedeschi, quasi sempre Hamilton, cinque volte, e una sola Rosberg, nel 2016. Sebastian Vettel e Lewis Hamilton sono quelli che hanno vinto di più su questa pista. Ma Vettel non ci sarà: l’ha bloccato il Covid. I suoi colleghi stanno già scaldando i motori. Le parole sono finite. Da adesso si fa sul serio.

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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