Giusto pubblicare un rapporto sulle condizioni di Michael? Parla l'avvocato di "Schumi"
Il legale della famiglia Schumacher, Felix Damm, spiega la linea scelta da Corinna e figli: "Tranne loro nessuno in linea di principio può violare la riservatezza"

"Il privato è privato" e le condizioni di salute di Michael Schumacher devono restare in questa sfera. Dal terribile incidente di sci sulle Alpi francesi del campionissimo Ferrari, datato 29 dicembre 2013, "Frau Corinna" e i figli Mick e Gina Maria hanno imposto una strenua difesa della privacy sulle condizioni di "Schumi". L'ex ferrarista sarebbe rimasto in coma farmacologico per 250 giorni poi avrebbe iniziato una lunga fase di riabilitazione dopo essere stato sottoposto a due operazioni per rimuovere i coaguli di sangue. La famiglia Schumacher ha mantenuto un rigido silenzio sulle cure riabilitative del sette volte campione del mondo di Formula Uno e ha ricevuto molte critiche, duri scontri e denunce. Davanti alla richiesta di un rapporto ufficiale da rendere pubblico, Corinna Betsch Schumacher ha sempre risposto "no" limitandosi a dire "Michael manca a tutti, ma Michael c'è".
Nessun "rapporto finale"
Una scelta comunicativa che è stata spiegata dall’avvocato Damm in un’intervista rilasciata agli inizi di novembre alla rivista tedesca LTO (Legal Tribune Online). "Abbiamo valutato se un rapporto finale sulla salute di Michael potesse essere il modo giusto per tutelarlo. Ma sappiamo che la cosa non sarebbe finita qui e ci avrebbero chiesto costantemente degli aggiornamenti perché non siamo noi a decidere quando l’attenzione dei media calerà . Avrebbero continuato a chiedere: 'E come appare adesso?'", ha detto Damm. "E poi se avessimo voluto agire legalmente contro alcune notizie riportate dai media, ci saremmo trovati davanti all'autodivulgazione volontaria", ha aggiunto.
"Quando si parla di salute ogni dato è legato alla privacy"
Ma è giusto pubblicare un rapporto sulle condizioni di Michael per soddisfare i suoi tifosi? Secondo il legale bisogna solo rispettare la privacy. "Tutti volevano informazioni sulle condizioni di salute di Michael per mettere a segno uno scoop, ma quando si parla di salute ogni dato è legato alla privacy. Anche gli stessi bollettini medici. Queste informazioni possono rimanere riservate e quindi non essere diffuse, ma è a discrezione della famiglia". "Nessuno, a parte Corinna e i figli, può in linea di principio violare la privacy circa la salute di Schumi, a meno che le informazioni raccolte non siano state divulgate dai diretti interessati. In giurisprudenza questo contesto viene definito autoapertura della sfera privata o più semplicemente autodivulgazione" ha proseguito il legale.
"Possiamo agire direttamente su ogni indiscrezione pubblicata"
Quindi non dando mai informazioni ufficiali ai media si può proteggere la privacy di Schumacher e "agire direttamente su ogni indiscrezione pubblicata o diffusa sul campione". "Questi riferimenti giuridici permettono di tutelare Schumi e di perseguire legalmente chiunque riveli dettagli su di lui senza neanche dover entrare nel merito delle rivelazioni. Ci saremmo altrimenti trovati di fronte a una lunghissima lista di controversie, da affrontare caso per caso".