La Ferrari rialza la testa ma il padrone della pista è ancora Verstappen
Da Montreal arrivano segnali incoraggianti: rosse in risalita e problemi di affidabilità anche per gli avversari. Ma a Silverstone è vietato sbagliare

Vince Max Verstappen, anche a Montreal. Potremmo quasi dire che lo sapevamo già. Ma questa volta non è così. E non è stato affatto facile. Se da Imola in poi non c’era mai stata gara fra la Ferrari e la RedBull, a Montreal è successo qualcosa che non ci aspettavamo, e il divario fra le due rivali della stagione per una domenica almeno s’è ridotto a quel secondo scarso che li ha separati sul filo di lana. Sul podio, però, non c’era Leclerc, non poteva esserci, partito dal fondo della griglia per aver cambiato motore, ma c’era Carlos Sainz, che negli ultimi quindici giri, dopo la Safety Car, s’è attaccato alle code di Max, restando lì, appiccicato, senza mai riuscire a passarlo. Leclerc ha fatto una decina di sorpassi straordinari, nella sua indiavolata rimonta, e ha chiuso quinto. Davanti a lui ci sono le redivive Mercedes, soprattutto Lewis Hamilton, terzo alla fine, liberato dal suo terribile mal di schiena e finalmente sorridente: «Oggi sono tornato giovane».
Guai tecnici: mal comune mezzo gaudio
Montreal ha regalato tante sorprese: l’altra RedBull, quella di Perez, s’è ritirata al nono giro - udite udite - per un problema di affidabilità. Come si dice?, mal comune mezzo gaudio. E la macchina poù veloce in pista non è stata la RedBull, ma la Ferrari (di Sainz il giro veloce). Alla fine, però, qual è la morale? Che questa domenica la Ferrari ha rialzato la testa, ma non basta, perché il padrone è sempre lo stesso: Max vince e ha 49 punti di vantaggio su Leclerc nella classifica mondiale.
Le rosse ripartite dallo sprofondo
Poi non è che ci fosse molto da sperare per questo gran premio. La Ferrari ci è arrivata al punto più basso di una stagione che invece era cominciata benissimo, oltre ogni attesa, con gravi problemi di affidabilità e qualche confusione di troppo al muretto, proprio mentre la RedBull aveva preso a viaggiare sulle ali dell’entusiasmo, una vittoria dietro l’altra, stile Mercedes dei tempi d’oro, in assoluto dominio della compagnia di giro. E poi le qualifiche sotto la pioggia avevano messo in risalto, se ce ne fosse ancora bisogno, le grandi qualità di guida di Max Verstappen, quasi un’esibizione la sua, confermando anche che la monoposto di Milton Keynes non costruisce le proprie fortune unicamente sull'efficienza aerodinamica o sulla velocità imprendibile nei rettilinei. La RedBull oggi come oggi dimostra ogni volta di essere la più brava in tutto, a cominciare dalla migliore messa in temperatura delle gomme, uno degli handicap quasi fisiologico della Ferrari. Con queste premesse che cosa ci si poteva aspettare?
I segnali della ripresa
La Rossa di Sainz ha perso, è vero, com’era ovvio, ma è stata in gara fino all’ultimo, conquistando pure e difendendo a lunghi tratti, nell’altalena dei pit stop, la testa della corsa. Non sono mancati i soliti errori, la sosta ai box più lunga del previsto del povero Charles Leclerc, ormai vittima predestinata, costretto per questa inefficienza a rientrare in pista dietro un trenino di quattre vetture, che ha dovuto dannarsi l’anima a superare, oltre a fargli perdere un mucchio di tempo e usurare le gomme impedendogli di attaccare Russell per il quarto posto. Ma nell’insieme, lo ripetiamo, visto com’era cominciato questo week end, c’è da essere soddisfatti. Il futuro non è rosa, ma è di sicuro meno nero.
Attenti a Carlos
Così alla fine Mattia Binotto sottolinea «come quello che è successo a Perez, sia la dimostrazione che l’affidabilità è un problema per tutti. Noi sappiano di averlo e sappiamo che dobbiamo gestirlo». Leclerc? «Questa era una gara di pazienza per lui, è arrivato quinto partendo dal fondo, è un buon risultato tutto sommato».. Sainz? «Carlos sta guadagnando fiducia, sta guidando meglio dell’inizio stagione. Oggi dico peccato perché avevamo qualcosina in più. Forse ha pagato la sua qualifica di ieri, la dimostrazione che bisogna far tutto bene in un gran premio, che è tutto importante». Ammette poi l’errore al pit stop con Leclerc, «ormai, in modo troppo sistematico, c’è qualcosa che su quel fronte che non è perfetto».
Silverstone è già da "dentro o fuori"
Ma adesso si va a Silverstone, appuntamento quasi decisivo della stagione. Perché la RedBull si presenterà con nuovi e grandi sviluppi. E anche la Mercedes ha in cantiere di presentare una versione anticipata della macchina rivoluzionaria del prossimo anno. E la Ferrari? «Noi vediamo cosa fanno gli altri», dice Binotto. Ma lo dice sornione, sorridendo. Fermi, non si può stare.