Verstappen vola e la Ferrari affonda dietro alle Mercedes: fine della storia
L'olandese della Red Bull in Ungheria partiva decimo, la sua rimonta con vittoria è una lezione dolorosa a un Cavallino che ha sbagliato tutto il possibile
Ora non c’è più storia. Verstappen parte dalla decima posizione e vince per distacco in un circuito dove è pure difficile sorpassare. E’ una rimonta quasi epocale, l’ottava vittoria di questa stagione e la più netta, la più formidabile, da ricordare per tanto tempo e da segnare sugli annali, anche perché è quella che mette il timbro definitivo sul titolo mondiale: è Max il re del 2022, aiutato da una sontuosa squadra Red Bull, giusto il contrario di Maranello. Ma dietro di lui non ci sono le Ferrari, anche se Binotto aveva detto che non avrebbe messo la firma sul secondo posto, perchè poi quello che in realtà lui sperava davvero era di far doppietta in Ungheria. Ci sono le Mercedes. E non è un segnale da poco. Perché adesso le Frecce d’argento stanno proprio arrivando, dopo una rincorsa così lunga che sembrava non finire mai e rinviare tutto al prossimo anno.
Una somma di errori
Invece sono già qui, davanti alla Ferrari, punita da una strategia sbagliata e anche dalla pioggia, che vaga ai margini dell’Hungaroring e affonda solo quando è troppo tardi, ma anche da una macchina che è sembrata inferiore alle rivali. Hamilton è secondo - altra grande rimonta, visto che partiva dal settimo posto - e Russel terzo. Le Ferrari sono disperse nel gruppo come l’anno scorso, il secondo annus horribilis, Sainz quarto e Leclerc sesto, penalizzato certamente da uno strafalcione al box, governato dall’imperturbabile Inaki Rueda oltre che da Mattia Binotto, ma non solo per questo condannato alla sconfitta. E’ la giusta somma di una stagione balorda, fatta di un miracolo e tante scelte incomprensibili, ogni volta a mischiare il destino e l’errore, il cielo e la colpa, con una sequela di imperfezioni che non lasciano più alibi a nessuno. Con questo risultato la Mercedes si porta a meno dieci dalla Ferrari nella classifica costruttori. In quella dei piloti, Verstappen ha 258 punti e Leclerc è umiliato a 80 di distacco. Un abisso.
Una partenza promettente
E pensare che il Gran Premio non era cominciato male. Anzi. Dietro, Verstappen e Hamilton marciavano in rimonta, accorciando pure i tempi, ma al trentunesimo giro Charles Leclerc ce l’aveva fatta a passare al comando, con un sorpasso capolavoro sul coriaceo Russell alla Curva 1. E’ lì che la Red Bull spiega al mondo come si vincono i titoli, che non bastano i piloti più bravi e la macchina più veloce: ci vuole anche la squadra migliore, che sappia prendere le scelte giuste nel momento giusto e una gran dose di Fattore C. Max mette le medie nell’istante perfetto, effettuando l’undercut su Hamilton, mentre la Ferrari si suicida, fermando Leclerc per difendere la testa della corsa, e facendogli mettere le gomme dure, senza considerare il fatto che l’Alpine stava arrancando penosamente con la stessa mescola. La Rossa non riesce a mandare in temperatura le hard e Leclerc cola a picco. Verstappen rinviene come un fulmine, lo passa e poi fa un testacoda: ma tiene la macchina e riprende più forte di prima. Anche tutti gli altri si fanno sotto a Charles.
Rincorrere l'azzardo
Strategia sbagliata sulle gomme? Con la pioggia, che viene e non viene e con la macchina che non sembra avere un passo gara molto competitivo, non si dovrebbe essere così categorici, ma di sicuro la Ferrari non avrebbe dovuto rispondere all’azzardo Red Bull, visto che Leclerc aveva una gomma freschissima rispetto agli avversari essendosi fermato dopo. «Io stavo andando bene, e sentivo la macchina giusta con la media», ha detto Leclerc. «Poi abbiamo preso una decisione diversa, ovvero andare sulle hard, e lì abbiamo perso tantissimo tempo. Forse era possibile evitare la gomma dura, ma non voglio entrare nel dettaglio in questa sede. Sicuramente ci saranno dei confronti fra di noi per migliorare, perché dobbiamo farlo. In questo inizio di stagione le emozioni sono andate su e giù, non c’è mai stata una gara costante, succede sempre qualcosa. E’ parecchio stancante e c’è rammarico, non sono per niente contento».
Fine della storia
Adesso che il mondiale è davvero finito, sarà meglio non buttare via quello che di buono è stato comunque fatto fino adesso. E magari anche di evitare di trascinarsi dietro gli errori più gravi e gli uomini sbagliati di questa stagione. Sul Gran Premio di Ungheria, hanno ragione sia Leclerc che Binotto, ma forse un po’ di più ce l’ha Binotto: «Credo che oggi tutti ci aspettassimo un risultato diverso. Ma di base la vettura non ha funzionato. Sento parlare di strategie, della gomma dura, ma il problema di base secondo me era una macchina che oggi non andava per quel che doveva andare. Carlos ha fatto la stessa strategia di Hamilton, ma Lewis è finito secondo con Sainz quarto che gli partiva davanti. Oggi la macchina non ha funzionato. Puoi mettere le gomme che vuoi, ma se la macchina non funziona, non funziona. Non sto dicendo che la scelta delle gomme bianche oggi sia stata giusta. E’ stata quella sbagliata. Sto dicendo però che innanzitutto è da ricercare il perché della prestazione della vettura al di sotto delle aspettative».
Avranno tempo per vedere chi ha ragione. Peccato, comunque. Ora si va in ferie. Buone vacanze.