Vettel e l'addio triste alla F1: "Un giorno nessuno si ricorderà più di me"
Al termine della stagione "Seb" lascerà il Circus dopo 16 anni. "Essere un pilota è un modo di vivere accelerato". Hamilton e Alonso "i rivali più duri in pista"


Ha conquistato quattro Mondiali di Formula Uno in quattro anni, ha vinto 53 gran premi ed è considerato uno dei piloti più forti di tutti i tempi, ma è sicurissimo che un giorno "nessuno si ricorderà più di lui". L'addio di Sebastian Vettel al Grande Circus, annunciato alla fine di luglio ("una scelta dura"), si avvicina e il pilota tedesco traccia un bilancio della sua avventura su una monoposta durata 16 anni.
"Nessuno si ricorderà di me, niente dura per sempre"
In un'intervista sul sito dell'Aston Martin, dove è arrivato nel 2021 e che sarà la sua ultima scuderia in F1, l'ex ferrarista ha dichiarato: "Una volta ho sentito qualcuno dire: 'Sarai ricordato finchè non muore l'ultima persona che si ricorda di te'. Ma la Gran Bretagna ha un nuovo sovrano e non è il primo Re Carlo, ce ne sono stati due prima di lui. Lo ricordavate? Probabilmente no. C'è un limite. E probabilmente arriverà un momento in cui nessuno si ricorderà di me, niente dura per sempre".
"Ho provato a trattare la gente con rispetto"
"La gente potrà decidere se ricordarsi o meno di me ma non mi offenderei se non lo facesse - ha aggiunto -. Per me non è importante nemmeno come sarò ricordato. Ho sempre provato ad avere successo, e alle volte non ci sono riuscito, ma soprattuto ho provato a trattare la gente con rispetto e a essere gentile. Se sarà questo che la gente ricorderà di me, sarò felice".
"Essere un pilota di F1 è un modo di vivere accelerato"
La gloria con la Red Bull, i sogni infranti in Ferrari con la pesante eredità del "nuovo Schumi" e un Hamilton imbattibile, e un palmares con quattro titoli mondiali e 53 primi posti, che lo collocano alle spalle solo di Lewis Hamilton (103) e del suo connazionale Michael Schumacher (91). "Essere un pilota di Formula Uno è un modo di vivere accelerato: hai tutto quello che succede in una vita normale ma più compresso in termini di tempo. Per esempio sono dovuto maturare prima dei miei compagni di scuola perchè prendevo molto sul serio la mia carriera e avevo a che fare con tanti adulti".
Hamilton e Alonso i rivali più duri in pista
Il 35enne pilota tedesco passa poi in rassegna i rivali più duri: "Lewis Hamilton, soprattutto quando ero alla Ferrari, e prima Fernando Alonso quando alla Ferrari c'era lui". E proprio lo spagnolo prenderà il suo posto alla Aston Martin: "Non ha bisogno di consigli, sicuramente farà bene".
"La decisione di lasciare è stata dura"
Vettel ama ancora quello che fa, ma non vuole tornare indietro. "Ci ho pensato molto. Voglio prendermi il tempo per decidere cosa fare dopo. Come padre, voglio passare più tempo con la mia famiglia", aveva detto prima del Gp di Ungheria. E ora ribadisce il concetto. "La decisione di lasciare è stata dura ma ci ho pensato per un po'. So quanto impegno richieda lo sport e sento invece che sia il momento giusto per fare altro", ha detto "Seb".
"Con l'Aston Martin abbiamo fallito"
Con la Aston Martin le cose non sono andate bene: "Quest'anno volevamo fare dei progressi significativi e abbiamo fallito, perchè siamo dove abbiamo finito lo scorso anno. Non penso però che siano stati due anni inutili. Non ero abituato a partire da così dietro, è stata una nuova esperienza, a volte dura, e ho capito tante cose. Sono felicissimo e orgoglioso di aver lavorato al fianco di un gruppo così talentuoso come quello della Aston Martin, non è stato molto divertente sotto l'aspetto dei risultati ma mi sono divertito ad aiutare la squadra nel suo percorso e a porre le basi per il futuro". "Mi sarei ritirato lo stesso se la macchiona fosse stata più competitiva? Non so, magari avrei preso la stessa decisione, è impossibile da dire. Di sicuro finire decimo non mi dà un brivido perchè so cosa si prova ad arrivare primo. E sono felice di questo. Bisogna essere sinceri con se stessi: amo vincere, so che suona un po' egoistico e presuntuoso ma quello che mi guida è la vittoria. Quando vinci ti abitui e quando non vinci più pensi a quanto sarebbe bello vincere ancora".
Il pilota più giovane ad andare a punti
Il debutto in pista nel Gp degli Stati Uniti nel 2007, con la Sauber, dove con un ottavo posto divenne, all'epoca, il più giovane ad andare a punti. L'anno successivo, a Monza, colse altri due record: il più precoce autore della pole, nonché vincitore - a 21 anni e 73 giorni - in gara. Un primato che gli sarà tolto solo nel 2016 da Max Verstappen, vittorioso in Spagna a 18 anni e 228 giorni. Il suo più grande rammarico resterà non aver riportato in Ferrari quel titolo piloti che le manca dal 2007. Sulle vetture di Maranello ha corso per sei anni (dal 2015 al 2020, con 14 successi), riuscendo solo a sfiorarlo nel 2017 e 2018, quando fu due volte secondo dietro l'inafferrabile Mercedes di Hamilton.