Il presagio di morte per "Sic" e il rimpianto: "Dovevo fermare Marco"
Paolo Simoncelli ricorda le sensazioni avvertite poco prima del Gp di Sepang del 23 ottobre 2011: "Mi è arrivato addosso un vento gelato che sapeva di morte"
Il 23 ottobre 2011 Marco Simoncelli muore in un drammatico incidente al secondo giro di gara del Gp di Sepang, in Malesia. Il pilota della Honda perde il controllo del proprio mezzo e scivola sull'asfalto dove viene travolto da altre moto in corsa. Rimangono coinvolti Colin Edwards e Valentino Rossi che non riescono a evitarlo: Simoncelli rimane a terra esanime, senza casco. "Sic" era considerato l'erede designato di Valentino Rossi, otto anni più "vecchio" di lui e suo grande amico. A distanza di oltre dieci anni il papà Paolo Simoncelli ricorda le strane sensazioni e i presagi di morte avvertiti poco prima del tragico Gp di Sepang.
"È l’unico rimpianto della mia vita"
A partire dal famoso "asciugamano alla rovescia" sulla testa di Marco, sulla linea di partenza di Sepang. Papà Paolo vedendo il celebre numero "46" rovesciato avvertì una strana sensazione. "È l’unico rimpianto della mia vita - ha raccontato ai microfoni di Sky - non avergli fatto girare quell’asciugamano. Ogni volta che guardo quell’immagine, mi fa male. Quello stesso giorno, sono arrivato nel box con quell’asciugamano e l’ho posato dove facevo di solito, ma mi è caduto tutto per terra".
Video
"Mi sono detto: 'Devo andare a fermare Marco'"
"Allora ho preso il motorino per andare lungo la pista per vedere la gara - ha proseguito -. Ma appena ho varcato il cancello, mi è arrivato addosso un vento gelato che sapeva di morte, lo giuro. Una sensazione proprio di morte, al punto che mi sono detto: 'Devo andare a fermare Marco'. Mancava un minuto all’inizio della gara, ormai non c’era più tempo, il mio motorino non andava bene… Quei cinque minuti lì sono stati terribili. Non ho mai pensato che Marco potesse morire. Quella sensazione di morte l’ho avuta soltanto quando sono entrato in pista il giorno della sua scomparsa. È stato veramente terribile. Rifaremmo comunque tutto perché Marco era felice, era un ragazzo veramente felice".