Di italiani d'Argentina, oppure argentini d'Italia, ce ne sono stati sempre tanti, nel mondo del tennis. Perché Italia e Argentina sono Paesi legati sotto tanti aspetti, con la passione per lo sport che è certamente fra i principali. Di recente, se parliamo di professionisti della racchetta, è il Salento la patria degli espatriati albicelesti. Pochi anni fa era stato Franco Agamenone ad approdare in quel di Lecce, seguito dal maestro Andrea Trono.
Oggi, a ripercorrere la stessa strada (con tanto di bandiera italiana al fianco) c'è invece Facundo Juarez, 26 anni, che da Mendoza si è trasferito nel Tacco dello Stivale a inizio 2024. Un approdo che non poteva vedere un inizio migliore. In due settimane, dall'8 al 21 aprile, Facundo ha vinto dieci partite di fila (e due titoli) nel circuito Itf, sulla terra battuta di Antalya, in Turchia. Ma in precedenza aveva pure staccato il pass per le pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d'Italia al Foro Italico.
Niente male, per un ragazzo che durante il 2023 era stato sul punto di lasciarsi andare allo sconforto, in una stagione giocata a singhiozzo per via di una tendinite alle ginocchia che pareva non doversene andare. Una volta curato il problema (grazie anche al riposo), Facundo è tornato dopo alcuni mesi di stop: l'ultimo torneo del 2023 lo aveva giocato in ottobre nel Challenger di Santa Fe, il primo della nuova stagione internazionale è giunto in aprile. Oltre sei mesi di assenza, ma subito con un paio di titoli a far capire che il cammino è quello corretto.
Sì perché Juarez, che oggi è 646 nel ranking Atp (più 71 rispetto a sette giorni prima), in realtà è già stato numero 321, nell'ottobre del 2022, prima dei problemi fisici che lo hanno condizionato. In una fase di stallo della sua carriera, il nativo di Mendoza ha pensato dunque di chiedere aiuto a quell'Italia che già aveva accolto – con successo – altri nativi del Sudamerica.
Lasciandosi alle spalle un percorso di alto livello con coach Leonardo Olguín, che aveva proprio in 'Facu' uno dei suoi pupilli, malgrado allenasse anche – nello stesso team – un giocatore come Diego Schwartzman. In Argentina credevano molto a Juarez, al suo talento. Tanto che lo stesso Olguín arrivò a pensare che potesse essere lui il primo nativo di Mendoza a entrare nei top 100 del ranking mondiale. Finora non è andata così, ma il tempo c'è tutto, per rimediare a una prima parte di carriera meno brillante delle aspettative che si erano create.
“In Italia – ha spiegato Facundo – ho subito fatto una preparazione importante di una decina di settimane. Quella che mi ha permesso di rimettermi in sesto e di farmi trovare pronto per i tornei Open che qualificavano al Foro Italico. Sono contento per i risultati, certo, ma ancora di più perché sto tornando a giocare il mio tennis, senza avvertire dolore”.
Tra i primi a fargli i complimenti, sui social, c'è stato proprio quel Franco Agamenone che prima di lui aveva compiuto il percorso dall'Argentina al Salento. Spalancando dunque le porte di una moda che a questo punto, chissà, potrebbe pure proseguire. Perché la Puglia, con il suo clima mite e con l'eccellenza dei suoi tecnici, può diventare una base ideale per evitare la nostalgia di casa, persino a chi viaggia a migliaia di chilometri dalla famiglia e dagli amici di una vita. Nel ranking live, Juarez è già a quota 606, ma la sua seconda vita sportiva sembra appena cominciata. Con un finale tutto da scrivere.