Jannik vola sempre più in alto

"You were f*****g good today!", “Sei stato maledettamente bravo”. John Millman si rivolge così a Jannik Sinner al momento della stretta di mano. Non gli è mai stato così vicino per tutta la partita, che l'altoatesino ha dominato 6-2 6-2 con la sicurezza dei grandi. Non ha bisogno di ostentare esultanze, di urlare, di gesti eclatanti. Gli basta fare bene, anzi benissimo, e far parlare in campo. È passato dal bis a Sofia sul veloce indoor, che l'ha reso il secondo italiano a vincere due volte di fila uno stesso torneo nell'era Open, al duro all'aperto che quest'anno in tanti hanno definito lento.
Cambiano le condizioni, ma lui no. Continua a macinare vincenti, 26 a 9 contro Millman, costretto a difendere e rincorrere senza mai avere la chance per rientrare in partita. Il quinto successo consecutivo del ventenne di Sesto Pusteria è un manifesto delle sue capacità di apprendimento, della tendenza al naturale miglioramento che deriva anche dal rapporto simbiotico con uno staff di cui si fida e a cui si affida. Uno staff guidato da Riccardo Piatti, di cui ha assorbito il principio guida perché in fondo lo immaginava già nella sua prima carriera di giovane campione italiano di sci: o vinci, o impari. Sinner lo dimostra sul campo, nei fatti. E va anche oltre, perché impara anche quando vince.
L'azzurro ha completato la sua prima vittoria in carriera nel tabellone principale a Indian Wells senza concedere palle break. Non gli succedeva dal successo contro Emil Ruusuvuori a Washington, l'ATP 500 che ha vinto diventando il campione più giovane in questa categoria di tornei.
Il gap in termini di velocità di palla e di spostamenti è emerso in tutta la sua chiarezza. A Millman, capace nel 2018 di sorprendere Roger Federer allo US Open, è mancata la rapidità per colpire in anticipo e passare dalla difesa al contrattacco.
Sinner, al contrario, ha pressato ad un ritmo costante e insostenibile. Rapido di gambe, sciolto di braccio di diritto e di rovescio, ha esaltato la sua capacità di colpire la palla quasi sempre alla stessa altezza. Ha giocato una partita da top-5, da giocatore esperto che impone il suo ritmo e lo alza quando serve, che fa giocare alle sue condizioni: sicuro del suo valore, convinto della sua superiorità.
Dopo questo lavoro pulito, che contiene il meglio dell'attuale maturazione e della sfrontatezza del Roland Garros 2020, Sinner aspetta John Isner o Yoshihito Nishioka, per poi eventualmente sfidare Matteo Berrettini negli ottavi di finale. Potrebbero anche diventare i due azzurri qualificati per la prima edizione italiana delle Nitto ATP Finals. Sarebbe un premio a una stagione da record per tutto il nostro tennis maschile.