L'Italia festeggia un nuovo Top 100, il 48mo dell'era Open, e un nuovo campione ATP. E' Luciano Darderi, che compirà 22 anni il 14 febbraio. Nato in Argentina a Villa Gesell, circa 100 chilometri a sud di Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires, ha la doppia nazionalità, argentina e italiana per via dei nonni.
Ha iniziato a giocare con papà Gino, tra i migliori argentini alla fine degli anni ’80, sui campi del Club Harrods Gath & Chaves. Il padre fa ancora oggi da coach a lui e al fratello minore Vito Antonio che si sta facendo valere nei tornei junior e a inizio 2024 ha debuttato in un ITF prima ancor di aver compiuto sedici anni.
“Ho iniziato a giocare in Argentina – raccontava qualche tempo fa Luciano – e col tennis è stato amore a prima vista. Fino all’età di 10 anni sono rimasto in Sud America, poi abbiamo deciso di venire in Italia. Ho capito subito cosa volesse dire allenarsi e dare sempre il massimo, oltre il risultato. Il tennis è una cosa che mi esplode dentro e che vorrei non lasciare mai”. Così si muove tra Arezzo e Roma, e come prima base può contare sulla casa che il nonno ha mantenuto a Firenze.
A livello juniores esplode definitivamente all’alba del 2020, prima che il mondo intero si fermi, quando vince i tornei junior di Grado 1 di Cuenca, Lambare e Porto Alegre. E' l'anno del COVID, che si chiude comunque per Darderi con un appuntamento da festeggiare: viene selezionato come sparring partner per l’ultima edizione londinese delle Nitto ATP Finals. Si allena con Stefanos Tsitsipas, Matteo Berrettini, Diego Schwartzman e Novak Djokovic.
“Ho capito che fisicamente ho molto lavoro da fare – dirà una volta tornato da Londra – e che per migliorare occorre imparare dalle avversità. I big mettono in campo tutto ciò che hanno, anche negli allenamenti”.
Nel 2021, dopo un naturale periodo di assestamento, la grinta di Luciano inizia a venir fuori. Conquista due titoli ITF in tornei da 15 mila dollari e a fine stagione, al sesto torneo Challenger in carriera, a Sao Paulo, centra la prima finale in questo circuito. Partito dalle qualificazioni, Luciano si presenta all’ultimo atto senza lasciare alcun set per strada, prima di cedere alla maggior esperienza dell’argentino Juan Pablo Ficovich.
Nel 2022 si dedica quasi esclusivamente ai tornei Challenger con buoni risultati anche in doppio: finale a Las Palmas in coppia con Matteo Arnaldi e a Tigre II assieme a Juan Bautista Torres. Poi tre titoli tra maggio e giugno: a Vicenza gioca con Francisco Comesaña, a Parma e Milano con Fernando Romboli. In singolare ottiene la prima vittoria in carriera contro un Top 100, il ceco Jiri Lehecka, battuto al Challenger di Iasi. A fine torneo entra nella top 200.
Darderi sviluppa un tennis da specialista della terra battuta, con aperture ampie e colpi molto carichi di top-spin. Non a caso nel 2023 gioca sul rosso 28 tornei su 31. Le uniche eccezioni sono state riservate agli Australian Open di Melbourne, al 500 di Acapulco e all'erba del Tempio di Wimbledon: tornei in cui ha vinto tre partite su sette.
In stagione ha vinto due Challenger, a Todi e a Lima, in Perù, e vinto la prima partita ATp a Cordoba, proprio all'Estadio Mario Kempes, intitolato al centravanti della nazionale di calcio campione del mondo in casa nel 1978, dove ha festeggiato il suo primo titolo nel circuito maggiore.
Le sfide di questa settimana a Cordoba, soprattutto il quarto di finale contro l'austriaco Sebastian Ofner (primo successo su un Top 50) e la semifinale contro Sebastian Baez hanno confermato, se ce ne fosse bisogno, che Darderi si trova più a suo agio tra servizi in kick e qualche palla corta. Ora la sfida, sua e del padre-coach, sarà proprio costruire un tennis un po' più adatto alle superfici veloci.
Una sfida non semplice, ma proprio per questo stimolante. Una sfida che testimonia come l'Italia, che ha già festeggiato il debutto in Top 100 di Flavio Cobolli quest'anno e potrebbe presto celebrare l'approdo in questo gruppo di Giulio Zeppieri e Gianluca Nardi, possa sempre più guardare al futuro con ottimismo. Dietro Sinner c'è di più.