Voci, pressioni e soprattutto messaggi: la verità sul ritiro di Carini. E Khelif la attacca
L'atleta algerina: "Mi conosce bene, perché questa campagna diffamatoria?". Malagò: "Ho ricevuto il documento sulla regolarità della partecipazione di Khelif. Il resto sono chiacchiere che hanno travolto Angela"
Le pressioni, i messaggi e la richiesta di aiuto al Coni. Emergono particolari sull'incontro tra la pugile intersex Imane Khelif e Angela Carini, terminato con il ritiro dell'azzurra. Prima del match contro l'atleta algerina, squalificata dalla competizione organizzata dall'International Boxing Association (IBA) nel 2023 perché considerata "un uomo", Carini si sarebbe rivolta al CONI chiedendo chiarezza e supporto. "Combatto contro un uomo. Mi hanno detto che la mia avversaria è un uomo e per questo è stata squalificata dalla federazione", avrebbe detto l'azzurra. Poi l'incontro, i primi pugni di Khelif e la decisione di ritirarsi. "Ho preso colpi molto forti, non me la sono sentita di andare avanti", aveva spiegato Carini.
Khelif: "Mi conosce bene, perché questa campagna diffamatoria?"
la Khelif ha attaccato la nostra azzurra Carini: "La pugile italiana mi conosce bene da anni, perché mi sono spesso recata in Italia ad allenarmi come membro della squadra nazionale. Mi sono allenata con lei e con gli allenatori, che mi conoscono da quando ero più giovane. Hanno usato questa campagna diffamatoria per cercare di indebolirmi".
"Angela ha subito voci, chiacchiere e pressioni non volute"
"Umanamente e affettivamente siamo vicini a lei (Angela Carini), nei giorni antecedenti alla gara ha subito una serie di voci, chiacchiere e di pressioni non volute che non gli hanno fatto bene", ha detto il presidente del CONI, Giovanni Malagò parlando da Casa Italia.
Malagò: "Le chiacchiere che hanno travolto Angela"
Quando il caso sportivo è diventato un caso politico, anche il CONI ha chiesto chiarimenti al Comitato olimpico che aveva ammesso ai Giochi la pugile intersex. "Ho ricevuto dalla massima autorità medica del CIO il documento sulla regolarità della partecipazione dell'algerina al torneo - ha detto Malagò a La Stampa -. Il resto sono chiacchiere che hanno travolto Angela". "Angela mi ha mostrato le pressioni cui è stata sottoposta dall'IBA nei giorni precedenti l'incontro e io le ho detto di non farci caso e di pensare solo a combattere", ha aggiunto il presidente del CONI.
"La IBA ha strumentalizzato la vicenda"
Quindi messaggi della IBA, in aperto scontro con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), e pressioni sulla boxer italiana. Ma Malagò ha corretto il tiro: "Quando ho parlato di pressioni, non intendevo dalla IBA - ha precisato il presidente -. Ma certo l'IBA ha strumentalizzato la vicenda Carini, dove c'è una palese situazione di conflitto con il CIO - ha proseguito -. E io sono al 100% con il CIO per quelli che sono i trascorsi della federazione internazionale".
Il premio rifiutato
Nonostante il ritiro dall'incontro, la IBA aveva offerto un premio Angela Carini. 50mila dollari per la pugile azzurra più altri 25mila a testa il suo tecnico e la Federboxe italiana il premio in denaro deciso dal presidente Umar Kremlev per l'oro olimpico (mancato). L'azzurra e la Federazione Pugilistica Italiana hanno rifiutato. "Non mi è sembrata poi una bella cosa proporre un premio alla Carini, non ho capito nemmeno a quale titolo...", ha detto Malagò.