Ancora polemiche per Khelif e Yu Lin. La fake news della finale tra due intersex e il gesto femminista di protesta
Le due pugili non si affronteranno perché boxano in categorie diverse. La protesta di Staneva dopo l'eliminazione: "Voglio combattere solo contro le donne"
Squalificate dai Mondiali di boxe, ammesse ai Giochi di Parigi 2024 e ora entrambe impegnate nelle semifinali della rispettive categorie. Yu Ting Lin e Imane Khelif hanno vinto sul ring e già conquistato almeno i bronzi (non è prevista una "finalina"), ma soprattutto hanno mantenuto viva la polemica tra l'International Boxing Federation e il Comitato Olimpico Internazionale. Per l'IBA sono "uomini" per il CIO sono donne e come tali hanno diritto a gareggiare. "Nel 2023 le due pugilatrici presentavano un 'cariotipo' anomalo, che indica che sono maschi", insiste la Federboxe internazionale. "I test a cui furono sottoposte sono illegittimi", la presa di posizione del Comitato. Intanto Imane Khelif il 6 agosto affronterà la tailandese Janjaem Suwannapheng per la categoria welter 66 kg, mentre Yu Ting Lin cercherà di superare la turca Esra Yildiz Kahraman nella semifinale dei pesi piuma 57 kg (il 7 agosto).
La protesta di Staneva: "Voglio combattere solo contro le donne"
Ma le polemiche non si placano. Dopo la bufera per il ritiro di Angela Carini nella sfida degli ottavi contro Khelif ("Ho preso colpi molto forti, non me la sono sentita di andare avanti") è andata in scena la "protesta femminista" di Svetlana Kamenova Staneva dopo la sconfitta contro Yu Ting Lin. La bulgara si è rivolta verso il pubblico e ha incrociato le dita facendo il segno XX con esplicito riferimento al cromosoma femminile. Poi ha protestato davanti alla stampa: "Non sono un medico, tutto quello che so è che i cromosomi della mia avversaria (XY, ndr) non avrebbero dovuto permetterle di gareggiare. Voglio combattere solo contro le donne".
"Hanno già deciso che devono diventare campionesse"
Il suo coach, Borislav Georgiev, è stato ancora più duro: "In generale sono indignato per il circo che hanno organizzato. Hanno già deciso che dovranno diventare campionesse". "I giudici sono stati condizionati al 100%. Se i tuoi capi sostengono qulacuna, anche tu devi lavorare per sostenerla. Non ci sono alternative", ha aggiunto. L'atleta di Taiwan non ha replicato: "Non leggo i messaggi perché ho chiuso tutti i miei profili sui social media. So che ho un forte sostegno nel mio Paese e userò questa forza per arrivare fino alla fine".
Il Women's Rights Network contro il CIO
A sostegno di Svetlana Kamenova Staneva e contro il CIO si è schierato anche il Women's Rights Network (WRN). "Sostegno e rispetto per il coraggio di Svetlana Kamenova che ha combattuto in quella che DEVE essere una categoria femminile delle Olimpiadi - ha scritto il WRN su X -. Nessuna donna dovrebbe combattere contro un uomo. Questo non è #FairSafeEqual. L'integrità del CIO è a brandelli". Poi ha ribadito la sua posizione con l'hashtag: #SaveWomensSport.