La dedica di Lorenzo: "Questo bronzo è per me, per la mia famiglia, per tutti gli italiani"
Gioco, partita, incontro. Lollo si lascia cadere a terra. "È stata una faticaccia, non ce la facevo più, ho pensato che era finita...". È finita alla grande, obiettivo centrato, domenica si metterà un bronzo al collo. Si alza, mostra il tricolore, corre ad abbracciare i suoi Volandri e Tartarini. "Questo bronzo è dedicato a me, alla mia famiglia, a tutti gli italiani. La maglia azzurra mi ha aiutato a superare i miei limiti, è stata un'avventura dura ma esaltante".
Sullo "Chatrier" suonano le note dell'immortale Edith Piaf, anche Lorenzo Musetti non ha mai rinnegato se stesso, i suoi alti e bassi, il suo tennis fatto di gesti bianchi e grande bellezza. Palle corte, lob al millimetro, rovesci antichi. Ma anche momenti complicati, discese e risalite, brutti pensieri ed esultanze liberatorie.
"Sono fatto così, so che il mio tennis e il modo di stare in campo sono divisivi, li ami o non li sopporti". Alti e bassi che ha mostrato anche nella serata parigina, ma la buona notizia, ancora una volta, è che gli alti battono i bassi, e arrivano le vittorie. "Questa esperienza, ribadisco, me la porterò nel circuito, perché mi ha reso più solido, soprattutto mentalmente".
Goditi questa medaglia, Lorenzo. Te la meriti, se la merita il tennis italiano. "È un orgoglio grandissimo, mi avrebbe distrutto tornare a casa a mani vuote". Finalmente, si torna. "La prima cosa che ho voglia di fare? Mangiare una pizza, non ne posso più di pasta in bianco e pollo da tre mesi. Voglio condividere questo momento con la mia famiglia, tornerò a casa da Veronica e Ludovico, se sono qui, lo devo anche, soprattutto a loro".
E il futuro, cosa riserverà a questo nuovo medagliere olimpico? "La garanzia di restare a questo livello, di giocare questo tennis con lucidità, questo è il mio impegno". E noi ti crediamo, Muso.