"Fa malissimo": Carini abbandona il match dopo pochi secondi. Rifiuta il saluto a Khelif e piange
L'azzurra ha deciso di ritirarsi dopo i primi pugni: "Ho preso colpi molto forti, non me la sono sentita di andare avanti". L'allenatore: "Ritiro? Non c'è stata premeditazione". Khelif: "Ringrazio tutto il popolo algerino"
Un pugno dopo pochi secondi e poi la decisione di abbandonare. Dopo tante polemiche per la partecipazione della pugile intersex algerina Imane Khelif, Angela Carini ha scelto di non proseguire il match. "Non è giusto. Fa malissimo", le parole rivolte al suo allenatore Emanuele Renzini subito prima di decidere di fermarsi. Poi, dopo che i giudici hanno validato la sua scelta con il verdetto ufficiale della vittoria a Khelif, l'azzurra ha evitato di salutare l'atleta algerina, si è inginocchiata sul ring e ha pianto.
"Ho preso colpi molto forti, non me la sono sentita"
"Ho preso colpi molto forti, non me la sono sentita di andare avanti. Match irregolare? Non sono nessuno per giudicare, ha detto Carini. "Ho iniziato a sentire un dolore forte al naso. Non è da me arrendermi, ma proprio perché non ci riuscivo ho detto basta e messo fine al match - ha proseguito la pugile -. Io sono salita sul ring per mio padre, la scorsa Olimpiade mio padre era in fin di vita, questa era la mia Olimpiade e volevo percorrere l'ultimo chilometro. Se mi sono fermata l'ho fatto solo per la mia famiglia".
L'allenatore: "Ritiro? Non c'è stata premeditazione"
"Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l'avversaria, mi ha detto 'non è giusto'. Ma non c'è stata premeditazione". le parole del tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini. Carini ha abbandonato dopo "aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente". "Rispetto la sua decisione - ha aggiunto il dt del pugilato, Renzini -, non c'è stata una decisione a monte, lei ai punti avrebbe potuto anche vincere. Ne abbiamo parlato tanto in questi giorni poi è scoppiata la bomba mediatica, da una parte era contenta di essere un po' paladina di un movimento e far vedere come vanno le cose. Dall'altra teneva alla sua Olimpiade voleva giocarsi le sue chance. Ho capito che era indignata che in una categoria come la sua possano gareggiare atlete con caratteristiche così androgene. Non se l'è sentita, ma non avevamo deciso che andasse così".
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"Fa malissimo": Carini abbandona il match dopo pochi secondi. Rifiuta il saluto a Khelif e piange
Khelif: "Ringrazio tutto il popolo algerino"
"Ringrazio tutto il popolo algerino": Imane Khelif esulta per la vittoria nel primo match dei pesi welter per il ritiro di Angela Carini, rivolge il primo pensiero ai suoi tifosi che la sostengono anche contro le accuse di essere un uomo. "Tutte queste polemiche le danno la forza per andare avanti", dice il suo allenatore, Mohamed Chaoua. "E' la prima vittoria, spero di ottenere la seconda per essere certa della medaglia: poi, piunto all'oro - ha detto Khelif -. Come primo incontro è stato difficile. Inshallah per il secondo. Sono molto preparata, perché alle spalle ho otto anni di lavoro alle spalle". La pugilatrice algerina a Tokyo 2020 arrivò quinta "ma qui a Parigi combatto per una medaglia". "Faro' di tutto per riportare una medaglia in Algeria: uno, due tre, viva Algeria!".
Federboxe: "La volontà dell'atleta va sempre rispettata"
"La volontà dell'atleta è principe, va sempre rispettata. Anche in questo caso l'atleta ha scelto liberamente e la sua volontà va rispettata - ha detto il presidente della Federboxe, Flavio D'Ambrosi -. Più in generale, mi preme evidenziare che in futuro, ovvero nei prossimi Giochi olimpici, sarà necessario che il movimento pugilistico internazionale ritrovi una Federazione, riconosciuta dal Cio, che si occupi di attuare e far rispettare le regole tecniche della competizione agonistica del pugilato. In questa maniera, ritroveremo quella giusta separazione di competenze tra il Cio, deputato allo sviluppo, coordinamento e alla vigilanza del movimento olimpico e dei suoi valori, e la Federazione internazionale impegnata nella diretta organizzazione logistica delle gare e nell'attuazione delle regole tecniche. Per questo spero che nei prossimi mesi il pugilato ritrovi il suo punto di riferimento internazionale e a Los Angeles 2028 ci sia nuovamente una Federazione che gestisca la competizione olimpica".
Il CIO ribadisce: "Sono donne non transgender"
"Tutto quello che è stato riferito sono solo voci, informazioni che riguardano delle donne che anche in passato sono state discriminate. Non si tratta di una questione di transgender: purtroppo ci sono state false informazioni, sono donne che competono da tanti anni, non sono transgender". Mark Adams, portavoce del Cio, ha difeso la decisione di ammettere Imane Khelifa e Lin Yu-Ting, squalificate dall'International Boxing Association.