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Sinner: Davis aspettami, arriverò anch’io

di SuperTennis   
Sinner: Davis aspettami, arriverò anch’io

La Sinner-mania, esplosa a livello nazionale e internazionale, è ancora più forte quando il giovane talento azzurro gioca, come questa settimana, a due passi da casa. Jannik, testa di serie n.2 dell’Atp Challenger di Ortisei, dove oggi gioca i quarti di finale, è quantomai al centro dell’attenzione.

Più che normale quindi il paginone che gli dedica il “Corriere del Trentino”, con una bella intervista a firma di Francesco Barana, in cui si fa il punto sul magico momento del vincitore delle Next Gen Atp Finals e sulle sue prospettive a breve, medio e lungo termine. Anche alla luce delle dichiarazioni londinesi di Novak Djokovic, che ha indicato nel diciottenne di Sesto Pusteria, la grande star del tennis di domani.

Il primo sguardo è alla preparazione in vista della prossima stagione facendogli notare che a 19 anni Federer vinse il primo torneo Atp e il 2020 sarà per Sinner l’anno del suo 19esimo compleanno. Jannik dimostra subito di avere le idee molto chiare e i piedi ben piantati per terra. Come in campo.

“Con Nole ci siamo allenati qualche volta assieme, ci conosciamo ma la mia strada è ancora lunga, mi servono degli anni per arrivare al livello più alto”. “Nel 2020 devo alzare il livello dei tornei e arrivare a giocare 60 partite. Non sarà facile. Sarà molto importante fare una buona preparazione e iniziare bene a gennaio. Per questo, finito il torneo di Ortisei, torno a Bordighera ad allenarmi”.


L’aria di casa, la vita di un normale adolescente non gli mancano?

“Non mi manca niente, ho fatto questa scelta di vita. Anzi è una fortuna, alla mia età girare il mondo e fare queste esperienze. Poi, sì, ogni tanto c’è la voglia di tornare a casa. Vado a camminare per le strade delle mie montagne, tranquillo. Mi piace rivedere i miei genitori e stare con gli amici di sempre. Per loro sono sempre la stessa persona, non mi chiedono quasi mai del tennis. Parliamo d’altro, a volte ci sembra ancora di essere quei bambini che andavano a scuola assieme. Poi giochiamo alla playstation, a Fifa”.


E sulla sua infanzia confessa: “Ero un rompiballe. Quando volevo una cosa andavo a prenderla. Ero così anche nello sci. Ma fuori dall’agonismo scherzavo e giocavo tanto. In realtà non sono cambiato, fuori dal campo sono ancora un bambino, mi diverto un sacco ed è anche giusto a questa età. Anzi, spero di restare un ‘bambino’ il più a lungo possibile”.

Ma le attese ora crescono e la pressione su di lui diventa forte. Jannik è pronto.

“Mi rendo conto che quando inizi a vincere poi fa strano quando perdi. E magari qualcuno arriva pure a criticarti, non rendendosi conto di quanto è difficile il nostro sport. La soluzione? Te ne devi fregare e pensare solo a quello che fai”.


A chi lo avrebbe voluto già in Coppa Davis pacatamente risponde:

“In realtà Barazzutti dopo Milano me lo ha chiesto, ma con il mio staff abbiamo preferito rinunciare. Quest’anno ho giocato tanto e credo che adesso sia giusto concentrarmi sulla preparazione della nuova stagione”.

La Coppa, la Nazionale e la maglia azzurra sono uno dei sogni per il futuro, anche se uno è cresciuto dove si parla soprattutto in tedesco.

“Io mi sento e sono italiano. Totalmente. Ancor di più da quando vivo a Bordighera. Ormai parlo italiano quasi meglio che tedesco. Mi piacerebbe giocare con l’Italia la Davis e magari anche vincerla non sarebbe male”.

di SuperTennis   
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