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Muguruza, il lungo addio continua: “Il tennis non mi manca”. Che peccato!

di SuperTennis   
Muguruza, il lungo addio continua: “Il tennis non mi manca”. Che peccato!

“C’è chi può e chi non può, io può”, recitava Totò. E’ il regalo del talento che sfocia però nella leggerezza e nell’oblìo. Come Garbine Muguruza, tennista dotata di tutto quello che può servire a un’atleta, dal fisico al tocco, che però, senza il sacro fuoco dell’ambizione e della rabbia agonistica, o piuttosto incapace di sopportare le aspettative degli altri e proprie, s’è fermata e ormai non vuole più tornare a combattere nell’arena. Arricchendo il grafico della sua carriera di un altro su e giù impressionante: dalla scalata fino al numero 1 del mondo dell’11 settembre 2017 al 1038 odierno, transitando per la discesa al 36 del 2019 per la risalita al 3 del 2021, per la ridiscesa al 55 del 2022. Spesso, troppo spesso, sconfitta con partite che sembrava avere decisamente in mano e che invece lasciava sfuggire per lapsus mentali ingiustificabili. Per la disperazione del coach storico, l’ex campionessa Slam, Conchita Martinez, con la quale, non a caso, Garbine s’è presa e s’è lasciata più volte.


CONFESSIONE 

A Women’s Health Mag la spagnola che prometteva - invano - di essere molto più forte della mitica Arancia Sanchez ha confessato: “A oggi non ho intenzione di tornare alle competizioni. Il mio piano in questo momento è dormire, riposarmi, stare con i miei cari e recuperare il tempo perduto… Non vedo oltre quello che sto facendo oggi, domani e questa settimana. Il tennis non ha posto nella mia routine, nella mia mente e nelle mie giornate. Seguo ancora le colleghe, ogni tanto posso giocare, ma non in modo intensivo, lo faccio più per divertimento. Mi sto davvero prendendo una pausa e sto cercando di stare lontano dai campi di gioco”.


NUMERO 1 SU E GIU’

A 30 anni appena compiuti, la ragazza di Caracas (di mamma venezuelana) che gioca sotto la bandiera spagnola (seguendo papà basco) è ferma ai 5 ko di fila rimediati fra Tokyo 2022 e Lione di febbraio (contro Linda Noskova). Quando aveva annunciato un primo break: “Passare del tempo con la mia famiglia e gli amici si sta dimostrando molto utile e salutare. Salterò la stagione sulla terra e sull’erba”. Sembrava dovesse soprattutto ritemprarsi e rifrancarsi per poi rientrata sul WTA Tour per la stagione sul cemento americano: “Mi prendo una pausa dalle competizioni nei prossimi mesi, io e la mia squadra continueremo ad allenarci e tornerò quando mi sentirò pronta. L'anno scorso mi mettevo troppa pressione, ero ossessionato dal vincere le partite e cercare di restare al top”. Ora, invece, prolunga ulteriormente le vacanze, per dedicarsi alla preparazione del matrimonio. E la sensazione è che si tratti di un lungo arrivederci destinato a trasformarsi, naturalmente, a un decisivo addio alle gare.


POTENZIALITA’

A 3 anni Garbine già muoveva la racchetta con talmente tanta naturalezza da convincere i genitori a spedirla alla prima scuola tennis, a 6 anni - insieme ai fratelli, anche loro promettenti - faceva pratica alla scuola dei Bruguera a Barcellona.

Alta 1.82, veloce, forte, brava su tutte le superfici, a 18 anni ha vinto sin dall’esordio pro, a Miami 2012, battendo l’ex numero 2, Vera Zvonareva, e la 10, Flavia Pennetta, a 19 s’è rotta la caviglia ma ha chiuso l’anno al 63 della classifica, a 20 vinceva già il primo dei 10 titoli WTA a Hobart e dominava Serena Williams al Roland Garros


La stessa, sontuosa, avversaria che Garbine superava nel 2016 quando firmava ili primo Slam sulla sacra terra rossa di Parigi, mentre a Wimbledon 2017, metteva  la seconda tacca nei Majors superando in finale la maggiore delle Williams, Venus. Anche se poi l’emblema della sua carriera è la finale degli Australian Open 2020, persa da favorita contro la sorprendente americanina Sofia Kenin.

Per aggiungere come ultima gemma al suo diadema i successi le WTA Finals 2021, terzo titolo dell’anno e ultimo della carriera. A meno di clamorosi, e sempre possibili, ripensamenti. Che però, nel suo caso, non le auguriamo e non auguriamo nemmeno al tennis. Alla Muguruza serve davvero vivere la vita e alle giovani apprendiste servono esempi positivi, col sorriso, campionesse contente di esserci e non sempre in lotta con se stesse. Com’è stata Garbine, magari oppressa dalle aspettative degli altri e da struggenti desideri di libertà.  

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