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Da Nadal a Mouratoglou: ipotesi tornei e sfide nelle Accademie

di SuperTennis   
Da Nadal a Mouratoglou: ipotesi tornei e sfide nelle Accademie

Tanti campi da tennis, palestre attrezzate, magari la piscina e di sicuro una grande foresteria, che in certi casi è come un’ottima struttura alberghiera. Questo sono oggi le accademie di tennis più evolute, la più “cool” delle quali è probabilmente quella di Rafael Nadal a Manacor, Isola di Majorca, un po’ per il nome del titolare, un po’ per la freschezza della sua fondazione (è stata inaugurata nell’ottobre del 2016).

In tempi di coronavirus che cosa ci potrebbe essere di meglio di una struttura con 19 campi in duro, 7 in terra battuta e 1 indoor (che in occasione dell’ultimo Challenger Atp ha ospitato 80 giocatori con i loro team) per fare da base per i giocatori di alto livello che vogliono allenarsi e riprendere a fare partite tra di loro?

Il fuoriclasse spagnolo ha lanciato l’idea all’Atp, mettendo a disposizione la sua struttura perché i top player possano allenarsi ma anche riprendere a confrontarsi in attesa che si possa avere certezza di un nuovo calendario di gare: ” In questo momento il tennis è meno importante di altre cose, in particolare della salute di tutti – ha scritto in un comunicato - ma se nei prossimi mesi l’Accademia potesse essere utile a tutti i giocatori professionisti, sarei felice che venissero da me ad allenarsi ma anche a competere. Non avendo torni imminenti penso che giocare tra di noi possa essere utile a tenere alto il livello in vista della ripresa”.

Il concetto è semplice e intuitivo. E porta in sé anche ulteriori potenzialità: una volta che i giocatori dovessero trovarsi lì, in tanti, perché non provare a organizzare qualcosa di un po’ più strutturato che una serie di partitine di prova?

Un’idea che è venuta, guarda caso, nelle stesse giornate anche a Patrick Mouratoglou, con la sua Accademia in Costa Azzurra, a pochi chilometri da Nizza. Grande disponibilità all’accoglienza anche da parte sua, ben 34 campi tra terra battuta e duro, e già un’idea precisa, oltre che di allenamenti, di partite organizzate. E addirittura riprese e trasmesse in streaming.

Mouratoglou, attuale allenatore di Serena Williams, ha lanciato per metà maggio, il 16 e 17 per la precisione, l’inizio dell’UTS, Ultimate Tennis Showdown, una competizione tennistica a porte chiuse, che occuperà cinque weekends, con 10 partite in programma ogni fine settimana per un totale di 50 match. Il primo dei quali è già fissato: la sfida tra il belga David Goffin e l’australiano Alexei Popyrin, che si allenano a Biot.

Mouratoglou conta sul fatto che  la Francia ha deciso di uscire dal lockdown l’11 maggio e dunque i tennisti francesi, dopo quella data, dovrebbero potersi spostare.

“L’idea è stata proprio del papà di Popyrin – ha spiegato – Vuol essere proprio una specie di campionato con un suo montepremi (la maggior parte degli incassi verrà redistribuita tra i giocatori con attenzione a supportare quelli con classifica più bassa), una classifica, un vincitore finale. E vorremmo portarla vanti nel tempo a livello mondiale. Vogliamo usarla come un laboratorio per proporre ai giovani lo spettacolo del tennis in un modo diverso, pensando più ai modelli del basket NBA negli Usa o del calcio in Europa, dove i giocatori hanno uno rapporto più stretto con il pubblico. La gente segue di più e si emoziona di più perché conosce meglio i protagonisti. Ho un’idea diversa del tennis: insieme al giocatore vorrei l’allenatore sul campo, ma anche il fisioterapista e il preparatore fisco. E, perché no, i genitori o la fidanzata”.

“Nel nostro format ci sentiremo liberi di provare un po’ di tutto. Ovviamente rispettando tutte le norme di separazione sociale e tutela sanitaria che questo periodo richiede.”.

di SuperTennis   
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