Da un (quasi) bagel alla frustrazione. Dai lampi di un gioco che le aveva consentito di riportarsi in parità invertendo un'inerzia che sin lì sembrava pendere tutta in favore della sua rivale, a un momento di black out che poteva costarle caro e che non le ha risparmiato i buuu di un pubblico informale quanto si vuole - siamo pur sempre in California - ma ancora animato da una certa sportività.
E' una sconfitta dolorosa, quella patita da Iga Swiatek in semifinale a Indian Wells contro Mirra Andreeva. Perché la priva della possibilità di centrare il terzo titolo consecutivo a Tennis Paradise e con lui rimandare ai prossimi appuntamenti la rincorsa a un primo posto nel ranking che ora Aryna Sabalenka avrà la possibilità di consolidare ulteriormente. Se a questo ci si aggiunge anche la disapprovazione del pubblico con cui la polacca ha dovuto fare i conti e che nel corso del match l'ha privata di un sostegno che le sarebbe tornato molto utile, specialmente nel terzo set, è facile intuire come per Iga la seconda tappa del Sunshine Double si presenti ora tutt'altro che agevole.
La ragione è presto detta ed è da rintracciarsi nei primi game del terzo set. Dopo aver fallito la chance di chiudere in suo favore il primo game per via di un doppio fallo ed aver ceduto il suo servizio, Swiatek ha visto la sua rivale involarsi nel punteggio e, una volta tornata alla battuta, ha violentemente scagliato con la sua racchetta una pallina facendola rimbalzare in prossimità di uno dei raccattapalle. Fortuna ha voluto che il colpo non lo abbia centrato, ma più dell'imprecisione ha potuto l'assenza di sportività, un atteggiamento che il pubblico presente in tribuna non ha mancato di sottolineare con boati di disappunto.
La ragione, per quanto insostenibile possa essere, risale a pochi game prima quando chiamata a rispondere al servizio di Andreeva Swiatek è stata - a suo dire - infastidita dai movimenti di alcuni raccattapalle che hanno finito col deconcentrarla. Avvicinatasi al giudice di sedia per riferire dell'accaduto, la ex n.1 del mondo ha sostenuto le sue ragioni senza trovare però sostegno dall'ufficiale di gara: "Stavo osservando - si è sentita rispondere Iga - ma tu stavi impugnando la tua racchetta". Come a dire, non eri ancora pronta per ricevere. E per accettare alcune sconfitte, visti i saluti freddi scambiati a rete in passato, le strette di mano indifferenti e la voglia di accelerare le procedure dimostrate da Iga quando il risultato non le ha sorriso. Raramente, ma per questo ancor più evidente.
