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Le difficoltà di Ruud, da protagonista a... Casper

di SuperTennis   
Le difficoltà di Ruud, da protagonista a... Casper

Dargli del fantasma Casper quando latita, visto il nome che porta, è fin troppo facile. Ma, divertimento anagrafico a parte, Casper Ruud sta sul serio affrontando un momento molto complesso, secondo la classifica ATP addirittura il più difficile da quando è arrivato per la prima volta nel tennis di vertice. Perché era dal luglio del 2021, quando stava ultimando la sua scalata alla top-10, che il norvegese non si trovava così indietro, addirittura numero 15 nell’aggiornamento dello scorso lunedì. E il crollo è stato repentino: a inizio marzo era ancora nella top-5, poi non ha difeso né i punti della finale a Montecarlo né quelli del titolo a Barcellona, così nel giro di due settimane ha dovuto cedere posizioni a una decina di colleghi.

Una situazione, quella di classifica, che rispecchia (come sempre avviene) la crisi di risultati: nei primi quattro mesi dell’anno Casper è riuscito due sole volte a raggiungere i quarti di finale e una sola li ha superati, nella buona settimana sul cemento indoor di Dallas culminata con la sconfitta in finale contro Denis Shapovalov. Per il resto, il norvegese ne ha azzeccate piuttosto poche e la sua posizione nella Race è ancora più impietosa: numero 24, piuttosto lontano dal “taglio” per la qualificazione alle Nitto ATP Finals disputate per tre volte nelle ultime quattro edizioni torinesi, peraltro sempre da protagonista con una finale e due semifinali.

Dunque è AAA cercasi Ruud, con i prossimi grandi tornei sulla sua amata terra rossa – Madrid appena iniziato, poi Roma e quindi il Roland Garros – come potenziali alleati per tornare a giocare come sa. Da qui a Parigi (compreso) il nordico dovrà difendere 1.160 punti: non troppi per uno come lui, ma comunque sufficienti per perdere ancora parecchio terreno qualora non dovesse fare in fretta inversione di marcia.


“Non sono più fra i top-10 – ha detto in una intervista per il sito ATP –, ma la mia vita non cambia. Dormo uguale, mi alleno uguale, mangio uguale. La classifica nel tennis continua a oscillare e capita di perdere posti, ma mi auguro di riuscire nelle prossime settimane o mesi a recuperare una posizione della quale mi sento felice e fiero di essere lì. Fra Madrid e Roma non avrò troppi punti da difendere (vero: sono solo 110, ndr), dunque ho una buona opportunità per recuperare terreno. Idem per la Race, visto che non sono messo troppo bene neanche lì. È il momento di iniziare a vincere partite”.


 La terra è senza dubbio la superficie che può dargli la principale spinta per farcela, come dimostra il fatto che 11 dei suoi 12 titoli ATP siano arrivati sul rosso, mentre altrove ha raccolto decisamente meno. È vero che in carriera vanta anche una finale allo Us Open, che nel 2022 gli permise di salire fino al numero 2 della classifica, ma uno sguardo più approfondito mostra una realtà diversa. Infatti, quella di tre anni fa nella Grande Mela è stata una delle sole tre volte, nelle 18 partecipazioni Slam lontano dal Roland Garros, nelle quali ha saputo andare oltre il terzo turno. Per il resto, nei Major ha sempre fatto una gran fatica e dunque buona parte della sua stagione – e delle chance di rialzare la testa – passa dalla parentesi sulla terra.

Anche se Casper, malgrado le difficoltà, resta fiducioso. “Nel tennis - ha detto sempre nell'intervista per ATP - le vittorie sono la cosa più importante, ma non l’unica. Dopo anni nel Tour ho imparato a non essere troppo duro con me stesso dopo le sconfitte, altrimenti diventa una vita difficilissima. Eccetto pochissimi giocatori, tutti gli altri perdono numerose partite nell’arco di una stagione, dunque essere troppo duri con se stessi produce sensazioni ancora più negative. Io scendo in campo in ogni partite per fare del mio meglio: ci provo, se vinco sono felice, se perdo non mi abbatto. So di aver fatto il massimo, semplicemente in quel determinato giorno non è stato sufficiente”. Una mentalità che promette di aiutarlo nel rilancio, ma la situazione rimane delicata. Anche perché i giocatori in grado di competere ad altissimi livelli sono sempre di più, dunque tornare in alto rischia di rivelarsi un compito difficilissimo.

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