Madrid, un anno dopo. Stesso campo, stessa faccia. Ad esser cambiato è il ranking. Che vede oggi Joao Fonseca a un passo dall'ingresso in top60, proprio in quella Madrid che l'anno scorso segnò il suo debutto in un Masters1000 come wild card bagnato con la vittoria contro Alex Michelsen quando era il n.242 del mondo. Cresce in fretta il carioca. Capace negli ultimi dodici mesi di aggiungere a quel primo successo altre 21 affermazioni, tra cui spicca quella arrivata lo scorso febbraio in finale a Buenos Aires contro Francisco Cerundolo che è valsa lui il primo titolo della sua sin qui giovane carriera.
Vincitore al primo turno del Mutua Open di Madrid, Fonseca si è disfatto del qualificato danese Elmer Moller, "un ragazzo che sta giocando bene ultimamente, lo sapevo: aveva appena vinto un Challenger, proveniva dalle qualificazioni e mi aspettavo che sarebbe stato un match difficile", ha esordito il brasiliano nella sua prima conferenza stampa al termine di quello che è stato anche il suo primo match in carriera sul Manolo Santana.
"Ma ormai mi sto abituando a questo tipo di tornei - ha ancora aggiunto, destreggiandosi col suo inglese ancora incerto di fronte ai microfoni - Oggi il giocatore più esperto in campo ero io, so che suona strano perché ero anche il più giovane, ma io avevo già provato la sensazione di giocare in stadi così grandi mentre per lui credo fosse la prima volta ed era un po' più nervoso".
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Brazilian superstar Fonseca races ahead in battle with Moller@MutuaMadridOpen | #MMOpen pic.twitter.com/0e8N6nrIa0
Ad attenderlo al secondo turno ci sarà la testa di serie n.11, Tommy Paul, caso raro di tennista americano a suo agio sulla terra battuta. Una sfida che per Fonseca rappresenta però anche un'opportunità: "So bene quanto gli piaccia giocare sulla terra rossa - ha esordito proiettandosi sul suo prossimo incontro - E so che mi aspetterà un match complicato. Con lui mi sono allenato una volta, proprio qui a Madrid l'anno scorso. Domani mi preparerò come al solito, concentrandomi sull'allenamento e preparando la strategia con il mio team".
Dimostratosi a suo agio sul veloce, dotato di colpi potenti e apparentemente privo di timori reverenziali, Fonseca anche sul rosso ha dimostrato di avere gioco e colpi per poter dire la sua. In particolare, fanno lui notare, c'è un colpo cui lui è ricorso spesso per spezzare il ritmo e cogliere di sorpresa i suoi rivali: il dropshot.
"Sulla terra è un ottimo colpo perché si tende a stare più sulla difensiva, cinque metri lontano dalla linea di fondo. A me piace tirare i miei colpi e far muovere il mio avversario con il dritto così da spingerlo lontano dal campo. Capita quindi che lui si aspetti altri colpi simili e invece uso il dropshot, ma occorre saperlo usare al momento giusto". Il suo momento è appena iniziato, e contro Paul avrà modo di prolungarlo ancora un po'. E se non sarà qui a Madrid, tempo e tornei per riprovarci non mancheranno di certo.