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Kulusevski, dalla benedizione di Ronaldo al veleno contro la Juve: "Mi sentivo inutile"

Il centrocampista svedese del Tottenham: "Non giocavo quasi mai titolare. Ti senti malissimo quando ti alleni più forte che puoi e finisci per veder giocare nel tuo ruolo calciatori che non sono nemmeno ali"

Andrea Currelidi A.C. - Tiscali Sport   

"Alla Juve mi sono sentito in imbarazzo, addirittura inutile". Dejan Kulusesvki non ha un dolce ricordo dell'esperienza in bianconero, iniziata nel 2020 con la cessione da parte dell'Atalanta e terminata nel gennaio del 2022 con il prestito con diritto di riscatto per il Tottenham (esercitato nel giugno 2023 con il versamento di 30 milioni). Il centrocampista svedese con cittadinanza macedone ha spiegato i motivi dell'addio alla Juve legati alla difficoltà di trovare spazio prima nel progetto di Andrea Pirlo e poi in quello di Massimiliano Allegri.

"Alla Juve non ho quasi mai giocato titolare in sei mesi"

"Quando mi sono trasferito in Inghilterra non sapevo nemmeno io cosa aspettarmi da me stesso - ha detto il giocatore del Tottenham e della Svezia a The Players' Tribune -. Come calciatore, stavo vivendo un brutto momento. Alla Juve non ho quasi mai giocato titolare in sei mesi ti senti malissimo, perché dai la tua vita per giocare una partita, ti alleni più forte che puoi, e finisci per veder giocare nel tuo ruolo calciatori che non sono nemmeno ali. Mi sono sentito in imbarazzo, addirittura inutile".

La benedizione di Cristiano Ronaldo

Kulusesvki era stato scoperto dall'Atalanta e poi mandato in prestito a Parma, con la fama del campioncino del torneo Primavera. Poi sul fantasista svedese aveva messo gli occhi la Juve che se l'era aggiudicato investendo 35 milioni, più bonus, per il suo cartellino. Cristiano Ronaldo aveva esaltato il giovane "Deki": "Ha un grande potenziale ed è un ottimo giocatore la Juve ha comprato un talento top. Mi piace molto e sono sicuro farà tanti gol".

"Sapevo che dovevo andarmene"

Ma Kulusevski a Torino ha tradito le aspettative di CR7 e della Juve. "Alcune persone iniziarono a dire che non ero abbastanza bravo, che ero troppo lento - ha detto Kul, e questa cosa ti colpisce, è normale, è umano. Quando inizi a credere a queste persone, è lì che il diavolo bussa alla porta. Avrei dovuto estraniarmi dai rumori di fondo, perché le uniche critiche che rispetto sono quelle di mia sorella Sandra, lei è molto dura, ma dice sempre la verità, mi vede giocare da quando sono piccolo e quando qualcosa mi preoccupa lo capisce. Quando avevo problemi alla Juventus, mi ha detto 'Deki, da quando sei così debole?'. Sapevo che dovevo andarmene".    

Andrea Currelidi A.C. - Tiscali Sport   
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