Il bodyguard di Messi è stato bandito dalla MLS. Ecco perché
Yassine Cheuko non potrà più accedere a bordo campo e sul terreno di gioco a causa del suo comportamento. La sua difesa: "In 20 mesi, 16 persone hanno invaso il campo. Questo significa che c'è un grosso problema"

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Non potrà più "proteggere" Leo Messi nelle gare della Major League Soccer. La massima serie calcistica nordamericana ha deciso di bandire Yassine Cheuko, la celebre guardia del corpo della "Pulce" argentina. Una decisione già presa dalla Concacaf (Confederation of North, Central America and Caribbean Association Football) ovvero l'organo amministrativo, organizzativo e di controllo del calcio del Nordamerica, Centroamerica e dei Caraibi.
Comportamento "eccessivamente invasivo"
Il motivo? Il comportamento dell'ex Navy Seal dell’esercito americano è considerato "eccessivamente invasivo" e per questo la MLS avrebbe deciso di impedirgli l’accesso a bordo campo e sul terreno di gioco. Ma secondo quanto riportato da The Athletic, la MLS non avrebbe modificato la sua politica sul personale di sicurezza delle squadre e sarebbe stata l'Inter Miami (la squadra di Leo Messi, ndr) a decidere di limitare i movimenti di Cheuko durante le partite.
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Cheuko: "Qui c'è un grosso problema"
E Messi? Secondo il New York Post, il capitano dell'Argentina campione del mondo sarebbe scontento della decisione. Mentre Yassine Cheuko ha puntato il dito contro la disorganizzazione degli addetti alla sicurezza della MLS. "Sono stato in Europa per sette anni e ho lavorato sia nei campi della Ligue 1 francese (quando Messi giocava nel Psg) che in quelli della Champions League, e solo 6 persone hanno invaso il campo - ha detto Cheuko -. Poi nel 2023 sono arrivato negli Stati Uniti, e in venti mesi di lavoro, 16 persone hanno già invaso il campo. Questo significa che c'è un grosso problema. Ma non sono io questo problema quindi lasciatemi aiutare Messi".
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"Non sono migliore di nessuno, ma ho una vasta esperienza"
Cheuko è sempre stato molto critico nei confronti degli addetti alla sicurezza sostenendo che se fossero stati bravi nel loro lavoro, non ci sarebbe stato bisogno di lui. Il suo atteggiamento non è piaciuto ai vertici della MLS. "Io amo la MLS e la Concacaf, ma dobbiamo lavorare insieme. Vado in campo solo per aiutare nella gestione della sicurezza. Non sono migliore di nessuno, ma ho una vasta esperienza in Europa".