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I dilettanti allo sbaraglio della impediscono a Leclerc di vincere. A Monaco trionfa Perez

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
La concitazione dei meccanici attorno alla monposto di Leclerc, a frittata fatta (Foto Ansa)
La concitazione dei meccanici attorno alla monposto di Leclerc, a frittata fatta (Foto Ansa)

Questo folle Gran Premio di Montecarlo, con il diluvio universale al via e poi degli errori al box Ferrari che neanche in un film comico riescono a inventarsi, sta tutto nella rabbia di Charles Leclerc ringhiata via radio: «Non ho parole, non possiamo fare una cosa così!». Purtroppo ha ragione da vendere. Vince Perez, che probabilmente a ripensarci non si renderà nemmeno conto di come sia successo. Poi Sainz e Verstappen, e Leclerc, che dominava tranquillamente la gara, solo quarto. La Ferrari butta via una gara dominata nelle qualifiche e per tutti i primi giri, con il principino che viaggia da solo, sei/sette secondi davanti a tutti, inventandosi un pasticcio incredibile ai box. C’era Leclerc in testa, Sainz staccato secondo, poi Perez e Verstappen. La Red Bull ha messo in difficoltà la Ferrari, fermando Sergio Perez. Il muretto della Rossa ha provato allora a fermare Carlos Sainz, com’era logico, ma lui si è opposto perché voleva passare direttamente alle gomme da asciutto. Gli strateghi di Maranello a quel punto sono andati in confusione.

L'inizio del disastro

La sosta di Leclerc dopo un giro di troppo non è stata sufficiente per mantenere la posizione su Perez, che ha messo a segno un undercut incredibile su entrambe le Ferrari. Primo errore clamoroso. Ma quello che è successo dopo è ancora peggio. Nella seconda sosta per passare dalle intermedie alle gomme da asciutto, quando hanno chiesto a Leclerc di restare fuori lui era già rientrato, trovandosi però la piazzola occupata da Sainz. Dilettanti allo sbaraglio. Con gente così non vinci neanche se hai una macchina imbattibile. 

Il doppio errore che "brucia" la gara delle rosse

Nelle gare di Formula 1 contano tante cose. Le macchine, innanzitutto, perché puoi essere il più forte ma se guidi una carriola non vai lontano, i piloti ovviamente, ma anche i box, le strategie di corsa, la velocità dei pit stop. E tra le Red Bull e la Ferrari ai box c’è ancora un bel divario. Leclerc e Sainz la gara l’hanno persa lì, quando i due piloti della Rossa sono stati richiamati per mettere la gomma dura, commettendo degli errori clamorosi. Da quel momento in poi l’esito del Gran Premio si è completamente capovolto, facendo passare in testa Perez davanti a Sainz e Verstappen davanti a Leclerc. Su una pista come questa dove il sorpasso è praticamente impossibile, la sconfitta e la vittoria sono state scritte in quella confusa fase di gara. Il brutto è che una situazione così favorevole difficilmente si proporrà ancora. Montecarlo è il tracciato ideale per la Ferrari, per due motivi molto importanti: il primo è che il terreno, con molte curve e senza lunghi rettilinei dove si può spingere al massimo il motore, privilegia l’aerodinamica del Cavallino; e il secondo è che per gli stessi motivi, non potendo raggiungere alte velocità di punta, è meno grave il consumo delle gomme, cioé una delle debolezze più marcate delle monoposto di Maranello.

Come resuscitare Verstappen

Verstappen prima della gara aveva detto: «L’unica mia speranza è la pioggia». Desiderio esaudito. Forse il cielo ha un po’ esagerato a dargli retta, perché ne è venuta giù tanta che hanno dovuto fermarsi e ripartire solo quando aveva smesso. Max è molto forte, però è vero che quest’anno il vento sembra proprio spingere dalla sua parte, un po’ come capitava a Lewis Hamilton negli anni d’oro, quando aveva la macchina veloce e lui era il più bravo, ma gli girava sempre tutto bene. Una volta è la Safety Car al momento giusto, un’altra sono le gomme e un’altra ancora gli errori clamorosi al box della Ferrari. Anche Leclerc, sembrava non aver troppa paura della pioggia: «Nessun problema se capita. Il cielo sopra di noi è uguale per tutti». Vero. Aveva la macchina più veloce ed era a casa sua. Però la pioggia porta un mucchio di varianti e non solo per i rischi che comporta. Sono ancora più importanti le strategie da azzeccare e soprattutto i tempi giusti. Charles alla fine è persino un signore, anche se qualche velato segnale lo lancia (vi voglio bene, ma così mi stufo).

Lo sfogo di Leclerc

Dice: "Oggi mi fa male. Ci sono tante gare, abbiamo tante gare, abbiamo il passo, ma quando abbiamo il passo non possiamo permetterci di buttare via un vantaggio cosi. Avevamo sei secondi di vantaggio, o 7, era una gara già scritta. E abbiamo commesso tanti errori. Abbiamo preso una decisione sbagliata prima e una peggio dopo. Amo questo team, tutte le persone, però così non va bene». Il primo errore, evidente, è mettere sullo stesso piano Sainz e Leclerc, non si capisce bene per quale motivo, visto che anche un cieco si accorge che il più bravo è nettamente Charles oltre che davanti nella classifica mondiale, perché la confusione nasce da lì: dovevano ordinare allo spagnolo di entrare e basta. Il secondo è che a certi livelli dovrebbero lavorare dei professionisti.

E' ora di guardarsi allo specchio

E in casa Ferrari sembrano esserci un po’ troppi dilettanti. Leo Turrini dice che a Maranello si stanno juventinizzando, non ne azzeccano più una. Matteo Binotto, che è un tecnico bravissimo, sia chiaro, forse l’unico di grande livello al cavallino, ma che non è Toto Wolff, ormai sembra diventato l’imitazione di Crozza, anzi, persino meglio. «Dobbiamo analizzare, adesso lo faremo, dagli errori c’è sempre da imparare». Ma dai?

Pierangelo Sapegnodi Pierangelo Sapegno   
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